Gli obiettivi della direttiva europea EPBD puntano a diminuire i consumi di energia delle case, a contrastare la povertà energetica e a migliorare la salubrità degli spazi (aggiornato al 10.5.2024)
Il Consiglio europeo sta lavorando al pacchetto clima “Fit for 55” che prevede, entro il 2030, la riduzione del 55% delle emissioni nette di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere, entro il 2050, la neutralità climatica.
All’interno di questo pacchetto rientrano le revisioni di tre direttive, tra cui la direttiva europea EPBD – Energy Performance Building Directive – che è necessaria per realizzare la renovation wave, ossia un’ondata di ristrutturazioni di oltre 35 milioni di edifici e la creazione di fino a 160.000 posti di lavoro nel settore edile.
In Europa gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all’energia. Inoltre, l’aumento delle bollette e la dipendenza energetica da altri Paesi esteri creano i presupposti per un incremento della povertà energetica e, di conseguenza, livelli insufficienti di riscaldamento, raffreddamento e illuminazione per mantenere un tenore di vita accettabile. Secondo la direttiva, 50 milioni di europei hanno difficoltà a pagare le bollette e oltre il 20% delle famiglie povere dell’Unione Europea vive in una casa che presenta muffa, umidità o marciume.
Direttiva europea EPBD: cosa prevede la revisione pubblicata in Gazzetta dell’Unione Europea in vigore dal 29 maggio 2024?
La revisione della direttiva europea EPBD, pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, entra in vigore il 29 maggio 2024.
Entro il 29 maggio 2026, ciascuno Stato membro dovrà stabilire una traiettoria nazionale per la ristrutturazione progressiva del parco immobiliare residenziale e non, con lo scopo di renderlo a emissioni zero entro il 2050.
La direttiva prevede una riduzione progressiva del consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali, almeno del 16% entro il 2030 e almeno del 20-22% entro il 2035. Oltre a ciò, la direttiva prevede:
- gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028;
- gli edifici residenziali di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030;
- entro il 2030, il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni dovranno essere ristrutturati. Entro il 2033, il 26% con le peggiori prestazioni attraverso requisiti minimi di prestazione energetica.
All’interno della direttiva sono state previste delle esenzioni. Difatti possono essere esclusi dall’obbligo di efficientamento energetico:
- edifici protetti in virtù dell’appartenenza a particolare aree o del loro valore architettonico o storici.
- altri edifici del patrimonio, nella misura in cui il rispetto delle norme implichi un’alterazione del loro aspetto, o laddove la loro ristrutturazione non sia fattibile;
- chiese e immobili adibiti ai luoghi di culto;
- fabbricati temporanei con un tempo di utilizzo non superiore a due anni;
- siti industriali, officine e edifici agricoli
- edifici residenziali che sono usati meno di quattro mesi all’anno o, in alternativa, per un periodo limitato dell’anno e con un consumo energetico previsto inferiore al 25% del consumo che risulterebbe dall’uso durante l’intero anno;
- fabbricati indipendenti con una superficie utile coperta totale inferiore a 50 m2;
- edifici di proprietà delle forze armate o del governo centrale.
Sistema a Cappotto, principale alleato della transizione ecologica
Dal punto di vista degli interventi, è il Sistema a Cappotto il principale protagonista della transizione ecologica degli edifici: consente di ridurre del 45% i consumi energetici di un condominio e del 33% i consumi di una villetta a due piani[2].
Un Sistema a Cappotto permette di mantenere inalterate nel tempo le prestazioni di isolamento termico e, di conseguenza, di alleggerire in modo considerevole le bollette, sia per il riscaldamento che per il raffrescamento, solo se rispecchia rigorosi criteri di qualità:
- fornito come kit da un unico produttore, dotato di certificato ETA e marcatura CE;
- ben progettato e posato a regola d’arte, secondo le norme UNI TR/11715, UNI 11716 e il Manuale Cortexa.
Inoltre, il Sistema a Cappotto consente di investire in valore reale, in quanto l’edificio riqualificato aumenta il proprio valore di mercato: gli edifici ad alta efficienza energetica si vendono a prezzi superiori.
[2] Dati centro studi Cortexa 2022.